Legna, buffer e Trading

L’altro giorno, parlando con mio zio Angelo, ho portato a casa una lezione importantissima.

In realtà le nozioni già ce le avevo bene in mente, ma quello che mi ha colpito e che ha fatto veramente la differenza è stata vedere la loro applicazione pratica nella vita di tutti i giorni.
Spesso infatti sappiamo delle cose in linea puramente teorica e quello che ci manca è applicare delle nozioni ai problemi che affrontiamo quotidianamente.

Veniamo al dunque però. Mi trovavo a casa di mio zio quando è arrivato un camion per fare lo scarico di legna per il camino.

Dall’anno precedente ricordavo che in tutto erano stati acquistati 68 quintali di legna. Lo scarico era di 55 quintali.

La discussione è stata questa:

Giulio: “Come mai quest’anno hai comprato meno legna?”

Angelo: “Ma questa non è tutta, devono arrivare altri 40 quintali” (per un totale di 95)

G: “Come?! Perché così tanta? L’anno scorso erano solo 68! Inoltre non l’hai neanche finita tutta, te ne è rimasta un bel po’ dell’anno scorso! Che bisogno c’era di comprarne così tanta?”

A: “Giulio ma che facciamo se quest’anno farà più freddo e la legna non basterà?”

G: “Ne compri altra.”

A: “Ma d’inverno la legna costa di più, la qualità è inferiore e il trasporto anche costa molto di più.”

G: “…”

Essendo un trader, sono ossessionato dalla gestione del rischio e dallo studio del processo decisionale. Una delle cose che studio costantemente e di cui mi importa di più è prendere le migliori decisioni possibili, tenendo sempre in primissimo piano il rischio che mi assumo e preparandomi alle conseguenze, previste e non, che possono derivare dalle mie scelte.

Devo dire che mio zio, non essendo laureato e non avendo studiato, mi ha dato una lezione di quelle che difficilmente si ricevono tutti i giorni. Tanto di cappello per lui.

Vediamo insieme di esaminare questa lezione e di trarne fuori più insegnamenti possibili.

Parlando di legna, se fossi stato mio zio l’unica cosa di cui mi sarei preoccupato era di comprare quel tanto di legna che bastasse a superare l’inverno, basandomi sul consumo degli anni precedenti.
Inutile spendere di più se non serve, no?

In altre parole mi stavo preoccupando di fare la scelta più efficiente possibile.
È un male questo? A prima vista no, ma considerando la situazione in maniera più saggia sarebbe stata una grossa stupidaggine.

A scuola, e specialmente all’università, ci viene insegnato a fare le scelte più efficienti possibili e forse è per questo che parecchi laureati prendono delle decisioni che un contadino non si sognerebbe mai di prendere.

Perché? Perché l’efficienza raramente è anche efficace come vorremmo, anzi, può generare più danni che benefici.

Perché però l’efficienza non è in genere un buon parametro da considerare per le decisioni?
Semplicemente per l’incertezza e la casualità della vita e del lavoro.

Il ragionamento che ci porta a fare scelte efficienti non tiene in minima considerazione l’effetto devastante che possono avere l’incertezza e la casualità.

Sempre parlando di legna, le conseguenze della mia scelta potevano essere 3.
Alla fine dell’inverno potevo:

  1. Aver consumato meno legna di quella in magazzino
  2. Aver consumato tutta la legna del magazzino
  3. Aver finito la legna prima della fine dell’inverno

Dal punto di vista statistico, avrei la sorte dalla mia, perché in 2 risultati su 3, quindi il 66%, avrei fatto la scelta giusta nel comprare la quantità di legna per me efficiente.

In entrambi questi casi avrei risparmiato €100-200 e sarei stato contento.

Ma cosa sarebbe successo se avessi finito la legna ben prima della fine del freddo invernale? Lì si che sarebbero stati problemi. A seconda della zona in cui si vive un errore del genere potrebbe costarti la vita e non scherzo.

Quindi, dato che il mio primo compito da trader è gestire il rischio, come avrei dovuto ragionare? È qui che c’è un passaggio fondamentale che frega molti.

La maggior parte delle persone si ferma a considerare solamente gli esiti di ogni decisione.

legna-1

Il passo successivo sta nel considerare anche i benefici/danni di ogni scenario che si presenta come risultato di una particolare decisione. Questo viene chiamato ragionamento di secondo ordine.

Per poter effettuare efficacemente il ragionamento di secondo ordine, occorre introdurre il concetto di utilità:

“In economia l’utilità è la misura della felicità o soddisfazione individuale.” (da Wikipedia)

Vediamo che succede aggiungendo questo secondo step al ragionamento:

legna-2

Andando a quantificare in termini di denaro i possibili risultati abbiamo che:

  • Caso 1: non aver consumato tutta la legna e avere quindi speso €100 in più di quanto necessario può essere quantificato in un guadagno di €50.
  • Caso 2: aver comprato esattamente la quantità giusta può darci una soddisfazione che possiamo quantificare come equivalente a €100
  • Caso 3: rimanere senza legna quando fa ancora freddo può portarci a gravi sofferenze e anche alla morte (in casi estremi in cui la nostra sopravvivenza dipende dall’avere un fuoco acceso) quantificabile in una perdita infinita in termini di denaro.

Ecco perché l’efficienza non è il parametro migliore…

A fronte di un piccolo guadagno, come avere risparmiato un po’ di legna (caso 1) o la soddisfazione di aver azzeccato esattamente quanta ne avrei consumata (caso 2), potrei dover fare i conti con un’evenienza disastrosa: rimanere a secco quando ho bisogno di legna da bruciare per riscaldarmi.

In questo caso c’è un’asimmetria molto negativa a mio sfavore in caso dovessi fare il tirchio, cioè rischio di perdere molto di più di quello che guadagno.

Ecco qui un ulteriore passo nel nostro processo di ragionamento: è presente un’asimmetria? Positiva o negativa?

Un’asimmetria è definita come “lo squilibrio positivo o negativo che si può presentare nei possibili esiti di una situazione”.

In questo caso delle legna c’è uno squilibrio negativo, perché posso perdere molto più di ciò che posso guadagnare.
Se ci fosse stato uno squilibrio positivo invece, avrei potuto guadagnare molto più di quello che potevo perdere.

I nostri studenti conoscono questo concetto col nome di “Rischio/Rendimento”.

Aggiungere questa considerazione può alterare notevolmente il nostro processo decisionale, facendoci scartare delle alternative che prima consideravamo “sicure” e facendocene considerare delle altre che non ci sembravano “ottime”.

L’importanza di avere un “cuscino di protezione”

Ma come ci comportiamo di fronte a delle scelte che dobbiamo compiere?

Qual è il modo migliore di non rovinarsi con le proprie mani?

Dopo aver esaminato quali possono essere gli esiti di una scelta e aver verificato la presenza di asimmetrie positive e negative, andiamo a introdurre uno strumento fondamentale: il buffer.

Cos’è questo buffer? È una sorta di “cuscino” che mettiamo tra noi e un qualcosa che non deve accadere.
È una protezione che ci servirà nel momento in cui le nostre decisioni o previsioni non si rivelano sufficientemente precise o corrette.

A seconda della situazione il buffer assume aspetti differenti ma il suo obiettivo rimane lo stesso, cioè evitare che situazioni impreviste diventino spiacevoli o addirittura pericolose.
In genere il buffer è rappresentato da:

  • Tempo
  • Denaro
  • Risorse in generale

Le asimmetrie sono presenti in praticamente tutti i campi e in ogni decisione che dobbiamo prendere:

  • Al volante: quando devo sorpassare, mi espongo a rischio di incidente mortale. Se il sorpasso va bene posso guadagnare una manciata di minuti del mio tempo. Se invece va male posso perdere tutto il mio tempo, perché perdo la vita.
    Riconoscere che è presente un’asimmetria estremamente negativa in questo caso è facile.
    Ho realizzato questo quando dopo aver rischiato la vita per ben 2 volte per superare 2 camper (ero in ritardo), me li vedo passare a fianco dopo 2 minuti che avevo raggiunto la destinazione. Avevo rischiato di ammazzarmi per guadagnare 2 minuti!
  • Programmare una vacanza: quando si pensa ad una vacanza, bisogna fare il budget delle spese, portandosi dietro una somma predefinita. Se il viaggio va bene i soldi sono sufficienti. Se invece c’è qualche imprevisto o qualche spesa fuori programma posso finire i soldi, con tutte le conseguenze negative del caso.
  • Spendere o risparmiare: quando una persona ha in mano dei soldi, deve fare questa scelta: spendere o risparmiare?
    Quella che tutti prediligono è spendere tutti i soldi per comprare ciò che si desidera e pochi si impegnano veramente a risparmiare. L’asimmetria è questa, se si spende si ha una soddisfazione momentanea, ma se a un certo punto hai bisogno di soldi per una spesa improvvisa e non li hai perché li hai spesi tutti, le conseguenze potrebbero essere devastanti.
    Che succede se dovessi affrontare una spesa medica inattesa? Rischi di rimanere menomato a vita solo perché ti mancavano i soldi necessari?
  • Cura del corpo: quando si pensa al proprio corpo raramente un giovane pensa che quel corpo che gli è stato donato lo deve conservare al meglio, fino a 80-90 anni se tutto va bene. Quelli che abusano del proprio corpo da giovani se ne pentiranno amaramente in età avanzata. Quello che ho capito è che anche qui c’è un’asimmetria negativa: per piccoli brividi o “svaghi” giovanili si rischia di compromettere il proprio corpo per sempre.
  • Scegliere un lavoro dipendente o meno: quando si decide di farsi assumere da qualcuno, lo si fa principalmente perché a fine mese arriva uno stipendio “sicuro”. Quello che molti non sanno è che si baratta un piccolo guadagno regolare per una grossa perdita futura, causata dal licenziamento o dal fallimento dell’azienda per la quale si lavora. Ho conosciuto molti amici e parenti in questa situazione e assolutamente non vorrei ritrovarmi nella loro stessa situazione in futuro.

Da questi esempi ti sarai accorto che il problema deriva tutto da una semplice ma difficile decisione che tutti dobbiamo fare, cioè scegliere tra un piccolo guadagno immediato e un grande beneficio nel futuro.

Molti errori e decisioni sbagliate derivano proprio da una cattiva gestione di sé stessi, delle proprie risorse e delle proprie scelte, andando a dare la priorità a ciò che si vuole subito a scapito di ciò di cui si potrebbe avere bisogno in un futuro più o meno lontano.

Per questo occorre definire un buffer per ogni situazione e, soprattutto, usarlo!

Ecco qui degli esempi reali che io stesso utilizzo:

  • Al volante: dopo essermi reso conto dell’enorme asimmetria negativa, ho stabilito che i sorpassi vanno effettuati sempre e solo quando ho un lungo tratto di strada disponibile per la manovra e per qualsiasi manovra di emergenza che dovesse essere necessaria.
  • Programmare una vacanza: quando faccio il budget da portarmi dietro o comunque da avere disponibile, maggioro la cifra dal 50 al 100% a seconda che il viaggio sia breve o lungo.
  • Spendere o risparmiare: mi piace spendere, del resto a chi non piace? Però ho capito che la cosa più importante è avere a disposizione un buffer in denaro che mi permetta di poter affrontare con serenità qualsiasi periodo difficile. Ho calcolato questo buffer in €10.000 poiché mi permette di far fronte alle spese di tutti i giorni per diversi mesi.
  • Cura del corpo: per evitare di avere una vita miserabile e non autosufficiente da vecchio ho stabilito di rinunciare a cibi spazzatura e a qualsiasi cosa che possa danneggiare il mio corpo e la mia mente in maniera grave, anche se gli effetti non sono visibili immediatamente. Niente droga, niente fumo e alcol solo con moderazione e in rare occasioni.
  • Scegliere un lavoro dipendente o meno: dopo aver lavorato da dipendente ed essere quasi impazzito nella routine quotidiana, ho deciso di creare da me il mio lavoro e ho stabilito che qualsiasi cosa faccia nella mia vita deve essere qualcosa di imprenditoriale.

Se non inserisci diversi Buffer nel tuo trading sarà molto dura per te

Ok, abbiamo capito che avere un buffer è fondamentale, ma come si trasla questo concetto al trading?

Innanzitutto devi fare tuo il concetto che senza molteplici buffer sarai condannato a fallire o come minimo ad essere perennemente frustrato. Difficilmente le cose andranno esattamente come vorrai e sarai costretto a continui rinvii, attese, correzioni, interruzioni e ripartenze da zero.

Il buffer si applica in questo modo:

  • Conto trading: si utilizza un conto più grande di quello che si pensava inizialmente di usare. In caso di errori o di costi inaspettati ci si ritrova con più capitale e si può continuare a gestire il rischio in maniera attenta. Il buffer è quella parte di capitale in più che abbiamo sul conto e che ci fa da cuscino in caso di perdite più alte del normale.
    Non pensare che puoi fare trading seriamente con un conto da €250.
    Non si può, punto e basta.
    Il tuo primo conto trading deve essere come minimo di €3.000. Questa è secondo me la somma minima. Ti consiglio di aumentarla.
  • Capitale investito: il capitale che mettiamo sul conto deve essere al massimo la metà di tutti i nostri risparmi. Se infatti mettessimo tutti i nostri soldi sul conto di trading e perdessimo tutto, saremmo costretti ad andare a vivere sotto un ponte. Questo non deve mai succedere nella maniera più assoluta.
  • Rischio: non si parte subito rischiando la cifra che ci eravamo proposti, ma si rischia molto meno, proprio per consentirci di sopravvivere più a lungo in caso le cose non dovessero andare come speriamo. Il buffer in questo caso è il differenziale che c’è tra il rischio che volevamo e quello attuale, che ci permette di avere più tempo per mettere a punto la nostra strategia.
    Il consiglio che ti posso dare è di rischiare il minimo possibile, almeno all’inizio. Se stai iniziando ora, è inutile partire già dalla percentuale di rischio ideale che vorresti nella tua attività.
    All’inizio il tuo scopo deve essere quello di limitare i danni, quindi vacci piano col rischio. Avrai sempre tempo di aumentarlo.
  • Tempo: non si programma la nostra attività di trading in modo che proprio quando finiscono i soldi per fare la spesa dovremmo diventare profittevoli. Questo è veramente pericoloso e ci mette addosso una grande pressione in termini di risultati, che può tradursi in una gestione del rischio sregolata.
    Il buffer deve essere una discreta somma di denaro che deve consentirci di sopravvivere se non dovessimo essere profittevoli o se non lo dovessimo essere con regolarità.
    Devi perciò sapere con precisione quali sono tutte le tue spese e mettere da parte denaro sufficiente a farvi fronte in caso non avessi un reddito.
    Inoltre non darti obiettivi troppo rigidi sul quando vuoi raggiungere certi risultati. Ricorda che non puoi stabilire di dover guadagnare 1 milione di euro entro la fine dell’anno. Se poni gli obiettivi in questo modo ti ritroverai ad un certo punto in cui non sei nemmeno lontanamente vicino al tuo obiettivo e l’unico modo per arrivarci diventa esagerare col rischio.
    Sai già che in questo caso non finirà bene per te.
    Sii flessibile con le tue aspettative e tieni sempre a mente che ci vorrà più di quanto pensavi all’inizio. Aspettatelo e sii contento del progresso che puoi ottenere ogni singolo giorno. Un mattone alla volta costruisci un castello.
  • Lavoro: chi ha un lavoro non si licenzia oggi perché domani inizia a fare trading. Il trading non è come un qualsiasi lavoro dipendente dove a fine mese i soldi arrivano (nella maggior parte dei casi). All’inizio si deve mantenere il proprio lavoro per conservare quella sicurezza economica che ci da la tranquillità di non morire di fame e di riuscire a pagare le bollette.
    Al limite si può optare per una forma di lavoro part-time. In ogni caso comunque è meglio avere una fonte di reddito alternativa al trading che copre le spese quotidiane. Anche quando i profitti dal trading sono consistenti, bisogna programmare un’uscita graduale dal vecchio lavoro, assicurandosi di aver messo da parte una somma discreta che andrà a fare le veci di un piccolo stipendio e che andrà utilizzata per le spese o per eventi inaspettati.
  • Equilibrio: investire tutte le proprie energie nel trading è una cosa auspicabile ma può avere dei risvolti negativi. Il trading è un campo in cui per ottenere i risultati occorre investire una quantità enorme di tempo ed energia. Se non si raggiungono i risultati sperati nel tempo prefissato incominciano ad arrivare le delusioni. Per evitare questo bisogna innanzitutto essere consapevoli che spesso ci vuole più tempo del previsto. Dopodiché è consigliabile dedicarsi anche ad altro, come a uno sport o ad un hobby o anche alle relazioni personali, per far sì che una mancanza di obiettivi nel trading sia compensato da successi negli altri campi.
    Fai in modo di ottenere delle soddisfazioni anche e soprattutto al di fuori della tua attività di trading. Più sarai soddisfatto nelle altre aree della tua vita e più sarà facile superare dei periodi negativi sui mercati.
  • Obiettivi: nell’attività di trading ognuno ha degli obiettivi molto precisi e specifici, che pensa di portare a termine entro una certa data. Peccato però che raramente questi impegni vengono onorati in tempo come ci aspettiamo. Potrebbero volerci settimane o mesi in più per risolvere alcuni problemi che ci assillano o fare le cose nel modo esatto in cui vogliamo. Nello stabilire obiettivi perciò bisogna tenere conto di questo “tempo extra” necessario e adattarci di conseguenza. Il lato positivo è che se riusciamo a ottenere un risultato prima del periodo di tempo “allungato” saremo molto soddisfatti e motivati. Questo però non deve farci essere pigri nel perseguire ciò che vogliamo. Se si lavora con pigrizia il tempo necessario cresce in maniera esponenziale.

Bibbia e Buffer

Questo concetto del buffer è presente, incredibilmente, anche nella Bibbia.
Possiamo leggere infatti in Genesi capitolo 41:

1  Alla fine di due anni interi, il faraone fece un sogno. Egli stava presso il Fiume;
2  e dal Fiume ecco salire sette vacche, di bell’aspetto e grasse, che si misero a pascolare nella giuncaia.
3  Dopo quelle, ecco salire dal Fiume altre sette vacche di brutto aspetto e scarne, che si fermarono accanto alle prime, sulla riva del Fiume.
4  Le vacche di brutto aspetto e scarne divorarono le sette vacche di bell’aspetto e grasse. E il faraone si svegliò.
5  Poi si riaddormentò e sognò di nuovo: ecco sette spighe, grosse e belle, venir su da un unico stelo.
6  Poi, ecco germogliare sette spighe sottili e arse dal vento orientale che germogliavano dopo quelle altre.
7  Le spighe sottili inghiottirono le sette spighe grosse e piene. E il faraone si svegliò: era un sogno.
8  La mattina, lo spirito del faraone fu turbato; egli mandò a chiamare tutti i maghi e tutti i savi d’Egitto e raccontò loro i suoi sogni, ma non ci fu nessuno che li potesse interpretare al faraone.

[…]14  Allora il faraone mandò a chiamare Giuseppe. Lo fecero subito uscire dalla prigione sotterranea. Egli si rase, si cambiò il vestito e andò dal faraone.
15  Il faraone disse a Giuseppe: «Ho fatto un sogno e non c’è chi lo possa interpretare. Ho udito dire di te che, quando ti raccontano un sogno, tu lo puoi interpretare».
16  Giuseppe rispose al faraone dicendo: «Non sono io, ma sarà Dio che darà al faraone una risposta favorevole».
17  Allora il faraone disse a Giuseppe: «Nel mio sogno io stavo sulla riva del Fiume;
18  quand’ecco salire dal Fiume sette vacche grasse e di bell’aspetto e che si misero a pascolare nella giuncaia.
19  Dopo quelle, ecco salire altre sette vacche, magre, di bruttissimo aspetto e scarne: tali, che non ne vidi mai di così brutte in tutto il paese d’Egitto.
20  Le vacche magre e brutte divorarono le prime sette vacche grasse;
21  e queste entrarono loro in corpo e non si riconobbe che vi erano entrate; erano di brutto aspetto come prima. E mi svegliai.
22  Poi vidi ancora nel mio sogno sette spighe venire su da un unico stelo, piene e belle;
23  ed ecco germogliare altre sette spighe, vuote, sottili e arse dal vento orientale, dopo quelle altre.
24  Le spighe sottili inghiottirono le sette spighe belle. Io ho raccontato questo ai maghi, ma non c’è stato nessuno che abbia saputo spiegarmelo».
25  Allora Giuseppe disse al faraone: «Ciò che il faraone ha sognato è una stessa cosa. Dio ha indicato al faraone quello che sta per fare.
26  Le sette vacche belle sono sette anni e le sette spighe belle sono sette anni; è uno stesso sogno.
27  Le sette vacche magre e brutte che salivano dopo quelle altre, sono sette anni; come pure le sette spighe vuote e arse dal vento orientale saranno sette anni di carestia.
28  Questo è quello che ho detto al faraone: Dio ha mostrato al faraone quello che sta per fare.
29  Ecco, stanno per venire sette anni di grande abbondanza in tutto il paese d’Egitto.
30  Dopo verranno sette anni di carestia; tutta quell’abbondanza sarà dimenticata nel paese d’Egitto e la carestia consumerà il paese.
31  Uno non conoscerà più di quell’abbondanza nel paese, a causa della carestia che seguirà, perché questa sarà molto dura.
32  Il fatto che il sogno si sia ripetuto due volte al faraone vuol dire che la cosa è decretata da Dio e che Dio l’eseguirà presto.
33  Or dunque il faraone si provveda di un uomo intelligente e saggio, e lo stabilisca sul paese d’Egitto.
34  Il faraone faccia così: costituisca dei commissari sul paese per prelevare il quinto delle raccolte del paese d’Egitto durante i sette anni d’abbondanza.
35  Essi raccolgano tutti i viveri di queste sette annate buone che stanno per venire e ammassino il grano a disposizione del faraone per l’approvvigionamento delle città, e lo conservino.
36  Questi viveri saranno una riserva per il paese, in vista dei sette anni di carestia che verranno nella terra d’Egitto; così il paese non perirà per la carestia».

[…]

53  I sette anni d’abbondanza che c’erano stati nel paese d’Egitto finirono
54  e cominciarono a venire i sette anni di carestia, come Giuseppe aveva detto. Ci fu carestia in tutti i paesi, ma in tutto il paese d’Egitto c’era del pane.

Incredibile? Neanche tanto poiché la Bibbia è piena di insegnamenti come questo.
Cos’ha fatto Giuseppe? Ha approfittato dei 7 anni di vacche grasse per risparmiare e mettere da parte dei viveri per un futuro che sarebbe stato problematico da affrontare.
Grazie alla sua intelligenza e alla sua accortezza, mettendo da parte 1/5 del raccolto ogni anno (verso 34), è riuscito a far fronte a ben 7 anni di carestia.

Magari pensi che questo discorso non ti riguardi, invece ti riguarda eccome!
Conosco infatti delle persone che, di fronte a grosse difficoltà finanziarie, mi hanno detto “Non avremmo mai pensato di poter arrivare a questo punto…”.
In pratica durante il loro periodo di vacche grasse non avevano risparmiato a sufficienza per poter affrontare un periodo molto negativo.
Non fare anche tu questo errore!

Pianifica il tuo futuro finanziario e metti in conto che le cose potrebbero andare molto peggio di quanto ti aspetti, perciò agisci di conseguenza!
Non aspettare la prossima crisi o i problemi che si presenteranno in futuro, perché sarà troppo tardi.

Io spero di averti dato delle indicazioni di grande valore per te e per il tuo futuro.
Se sei d’accordo sul fatto di iniziare a programmare il tuo futuro finanziario:

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Datti una mossa!

Giulio Valerio Moretta
Responsabile Trading Specialist

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