Qual è il mercato migliore su cui fare Trading?

Quando ci si avvicina al Trading un domanda che inevitabilmente ci si pone è:

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Questo perché inizialmente si tende a credere che il successo nel Trading possa derivare dal mercato più che dalle nostre competenze…

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Andando avanti, quando si scoprono i tanti mercati disponibili sulle piattaforme di Trading (oggi i broker fanno, giustamente, a gara tra chi offre il maggior numero di mercati), la domanda diventa:

Quale mercato tradare? Quanti mercati tradare?

Finora mi è capitato di osservare due tipi di tendenze:

  • Quelli che vogliono fare Trading su ogni mercato disponibile contemporaneamente
  • Quelli che si fissano con un certo mercato o tipo di mercato (es. solo AZIONI, solo FOREX, ecc)

La verità è questa:

Non c’è un mercato migliore o un settore intrinsecamente migliore per tutti in modo oggettivo.

Piuttosto c’è un mercato, un settore o un insieme di mercati che si adattano meglio alla nostra personalità e alla nostra operatività.

Avanzando nella carriera da trader si può rimanere inchiodati sempre sulle stesse cose e sugli stessi problemi ma si può anche evolvere e capire che c’è bisogno di fare degli aggiustamenti per poter trarre il massimo dalle nostre capacità.

Magari stiamo tradando un certo tipo di mercato ma non siamo pienamente soddisfatti, forse perché c’è incongruenza tra le nostre caratteristiche e quelle del mercato. Oppure perché stiamo disperdendo le nostre energie su troppi mercati senza concentrarci su uno o comunque pochi di essi.

Le due tendenze di cui ho parlato poco fa sono alquanto sbagliate e possono spiegare l’assenza di risultati consistenti. Vediamole meglio.

FARE TRADING SU OGNI MERCATO DISPONIBILE CONTEMPORANEAMENTE

Chi decide di lavorare così lo fa perché non vuole perdersi neanche un’opportunità di Trading.

In teoria questo è sacrosanto, ma c’è un piccolo problema: i mercati disponibili sono letteralmente migliaia.

Non è umanamente possibile catturare tutte le opportunità che si presentano ogni giorno su di essi.

Neanche una Trading Room con centinaia di trader potrebbe farlo, quindi come potremmo da soli, a casa nostra, magari con software e dati di infima qualità?

Non vorrei cadere in un luogo comune ma “chi troppo vuole nulla stringe”.

Questo perché, inevitabilmente, se vogliamo controllare troppi mercati tutti allo stesso momento non possiamo dare a ognuno di essi l’attenzione che meritano, perdendo delle informazioni importanti che possono fare una grossa differenza.

Come facciamo a risolvere questo problema? Innanzitutto bisogna capire che è vero che:

più mercati = più opportunità

ma è vero anche che:

più mercati = meno concentrazione

che ci porta a capire che:

meno concentrazione = meno risultati

A volte l’apparenza inganna e quello che sembra giusto può essere subdolamente sbagliato, come abbiamo appena visto.

Per ottenere risultati migliori non dico che bisogna per forza fare Trading su di un solo mercato, ma quantomeno bisogna focalizzarsi su una scelta limitata di mercati e diventarne degli esperti.

Più esperienza e conoscenza portano a più opportunità. Accidenti!

Ma allora se ci focalizziamo su meno mercati le opportunità possono aumentare invece di diminuire!

Esatto 🙂 Questo è il potere della focalizzazione!

Una volta capito questo concetto siamo già a metà dell’opera. Ora dobbiamo passare all’atto pratico ed eliminare senza pietà i mercati che non dovremmo tradare.

Come facciamo? Di seguito vedremo le caratteristiche su cui basare la nostra scelta.

Prima però esaminiamo la seconda tendenza.

FISSARSI SU UN SOLO MERCATO O SETTORE

L’altro errore che si fa è quello di fissarsi su di un mercato o su di un settore. Ma prima non hai detto che concentrarsi su un mercato è meglio? Si l’ho detto. C’è qualcosa che non quadra allora. Cosa potrebbe essere?

Ah ecco! Sto parlando di fissazione immotivata per un mercato o per un settore.

Questo è dannoso, perché magari ci intestardiamo a voler fare Trading su un mercato che non si addice per niente a noi, magari perché è stato il primo su cui abbiamo imparato a lavorare.

Fissarsi su un mercato senza aver prima esplorato le varie opportunità di scelta che abbiamo è un errore.

Come facciamo a capire se un mercato è il migliore per noi se non abbiamo esaminato gli altri? Semplicemente non si può.

Vediamo allora come possiamo scegliere al meglio.

VALUTARE UN MERCATO

Nella valutazione di un mercato, bisogna tenere in considerazione le seguenti caratteristiche:

  • Volatilità
  • Liquidità
  • Profondità
  • Size minimo
  • Orari di apertura
  • Correlazione

Esaminiamo brevemente ognuna di esse.

VOLATILITA’

La volatilità è un parametro fondamentale nella nostra valutazione. In realtà è un parametro relativo perché si può fare Trading su ogni mercato indipendentemente da essa.

Noi però dobbiamo capire qual è il tipo di volatilità che più ci si addice. Possiamo avere bassa, media o alta volatilità. Si parte con le obbligazioni che hanno la più bassa volatilità per arrivare alle azioni, con la più alta.

LIQUIDITA’

Un mercato deve essere liquido perché ci permette di entrare e uscire come e quando vogliamo senza subire spostamenti avversi di prezzo.

Più un mercato è liquido e meglio è, specialmente se operiamo in giornata. Se il nostro timeframe è più lungo allora la liquidità diventa meno importante.

PROFONDITA’

La profondità ci dice quanti contratti possiamo acquistare o vendere a un dato prezzo prima che il mercato si muova in nostro sfavore.

In genere questo parametro è irrilevante per il trader medio, che non ha certamente la forza di spostare un mercato. Diventa un problema però se tradiamo un’azione che è poco liquida.

SIZE MINIMO

Il size minimo è collegato al rischio che vogliamo assumerci. Se non abbiamo un capitale adeguato al mercato che stiamo tradando, potremmo rischiare molto più del dovuto.

Sapendo che il controllo del rischio è fondamentale per sopravvivere, è meglio scegliere un mercato con un size minimo adeguato al nostro capitale.

Se per esempio possiamo acquistare un solo contratto e rischiamo di perdere €300 sull’operazione, dobbiamo avere un capitale di almeno €30.000.

ORARI DI APERTURA

Anche gli orari di apertura sono importanti a seconda di come si incastrano con i nostri impegni.

Questo riguarda generalmente i daytrader ma non solo. Se l’unico momento in cui possiamo stare sui mercati essi sono chiusi come facciamo a fare Trading?

Le scelte sono 3: sessione Europea, sessione Americana e sessione Asiatica.

CORRELAZIONE

La correlazione è un elemento molto sottovalutato ma estremamente importante. Se due mercati sono correlati (direttamente o inversamente) vuol dire che si comportano più o meno allo stesso modo.

Se è così perché fare la fatica di seguire più mercati? Se ne potrebbe seguire solo uno invece di 2 o 3 e guadagnare di più, diminuendo anche il rischio.

Se infatti applichiamo la stessa idea di trading su mercati correlati corriamo il rischio di perdere molto più di quanto ci aspettiamo.

IL NOSTRO TIMEFRAME

Oltre a tutte queste cose, bisogna fare un’ulteriore distinzione e mettere le cose in contesto. Dobbiamo infatti tenere in considerazione anche il nostro timeframe di riferimento.

Come detto più volte, se siamo daytrader la situazione è completamente differente dall’essere trader di medio-lungo termine.

Più si abbassa il nostro timeframe e meno mercati possiamo controllare. Viceversa, più si allarga il nostro orizzonte temporale più mercati possiamo, anzi dobbiamo, controllare.

Se apriamo e chiudiamo operazioni in giornata difficilmente possiamo seguire attentamente più di 1-2 mercati. Se invece le nostre operazioni durano giorni o settimane allora diventa obbligatorio seguire più mercati perché per quell’orizzonte temporale ci sono meno opportunità disponibili durante una singola giornata di Trading.

Quale può essere, allora, il mercato migliore su cui fare Trading?

Siccome abbiamo detto che nessun mercato è “migliore” per tutti, facciamo un’analisi pratica dei mercati a disposizione utilizzando i criteri visti poco fa.

Forex

Il Forex di per sé è tutto un programma.

Quando si parla di mercato valutario bisogna fare delle importanti distinzioni.

Infatti essendoci molte valute disponibili, ci sono parecchi mercati o “coppie”.

Nel Forex quando si parla di “coppia” ci si riferisce al rapporto di cambio tra 2 valute, come magari l’euro e il dollaro (EURUSD) oppure la sterlina e lo yen (GBPJPY).

Avendo così decine e decine di coppie a disposizione su cui fare trading, diventa difficile scegliere.

Come separare i mercati buoni dai mercati meno buoni?

Iniziamo dicendo che non tutte le coppie sono uguali, infatti possono essere divise in 4 categorie:

  1. Cambi originari
  2. Cambi derivati
  3. Cambi esotici
  4. Criptovalute

I cambi originari sono quei cambi che hanno un rapporto diretto con il dollaro:

  • EURUSD (Euro/Dollaro)
  • GBPUSD (Sterlina/Dollaro)
  • USDJPY (Dollaro/Yen)
  • USDCHF (Dollaro/Franco svizzero)
  • AUDUSD (Dollaro australiano/Dollaro americano)
  • NZDUSD (Dollaro neozelandese/Dollaro americano)
  • USDCAD (Dollaro americano/Dollaro canadese)

Perché vengono detti “originari”?

Perché il mercato valutario è “dollarocentrico”, cioè tutti gli scambi internazionali vengono effettuati in Dollari americani.

In queste coppie specifiche le transazioni vengono effettuate direttamente, cioè il dollaro viene scambiato direttamente con l’euro, con le sterline, con gli yen, ecc…

Che succede se invece stiamo facendo trading su EURGBP (euro/sterlina)?

Succede che anche le coppie che non comprendono il Dollaro lo utilizzano per regolare le transazioni.

Infatti non si possono scambiare direttamente sterline con euro, ma occorre prima cambiare le sterline in dollari e poi scambiarle con gli euro tramite uno dei cambi originari, in questo caso EURUSD.

Per cui i cambi originari, oltre a essere usati direttamente, vengono utilizzati per portare a compimento le operazioni di cambio che coinvolgono tutte le altre coppie.

I cambi derivati vengono chiamati così proprio per questo motivo, cioè non c’è uno scambio diretto tra le 2 valute, ma si utilizza il dollaro come strumento per far avvenire la transazione.

Avviene quindi un “incrocio” tra 2 coppie di valute per far avvenire la transazione.

Per questo motivo i cambi non originari, o derivati, vengono definiti “cross” valutari.

Come si riconosce un cross da un cambio originario?

È molto semplice, il cross non presenta al suo interno il Dollaro americano.

Tutto questo discorso per fare un’importante distinzione, dato che i cross sono meno liquidi e più costosi da tradare.

L’ultimo di coppia è quella esotica, anzi in particolare si tratta di singole valute esotiche.

Infatti tutte le valute che non sono comprese tra i cambi originari e i cross vengono dette “esotiche”.

Il motivo è semplice: non sono valute molto scambiate nei mercati internazionali, per cui presenteranno delle caratteristiche che le rendono più difficili da tradare.

Le valute esotiche possono essere per esempio il Rand sudafricano, lo Zloty polacco o la Lira turca.

Infine abbiamo le criptovalute, molto in voga in questi ultimi tempi grazie alla loro espansione esagerata e ai grossi guadagni che è possibile ottenere.

Non tutti sanno però che essendo un mercato molto giovane è possibile perdere molti soldi, per cui non farti abbindolare…

Passiamo adesso a vedere in pratica come si differenziano questi mercati.

Coppie Originarie

Spread: Basso

Volatilità: Bassa

Liquidità: Alta

Orari di apertura: H24 dal lunedì al venerdì

Size minimo: 0.01 lotti *

Cross valutari

Spread: Medio/basso

Volatilità: Medio/bassa

Liquidità: Alta

Orari di apertura: H24 dal lunedì al venerdì

Size minimo: 0.01 lotti *

Valute esotiche

Spread: Alto

Volatilità: Alta

Liquidità: Bassa

Orari di apertura: H24 dal lunedì al venerdì

Size minimo: 0.01 lotti *

Criptvalute

Spread: Altissimo

Volatilità: Estrema

Liquidità: Scarsissima

Orari di apertura: Dipende dal mercato

Size minimo: Dipende dal broker

Obbligazioni

Di obbligazioni ne abbiamo già parlato in passato, ma non abbiamo fatto delle distinzioni importanti che anche qui sono obbligatorie.

Le obbligazioni non sono tutte uguali. Innanzitutto ci sono le obbligazioni emesse dagli stati sovrani (dette titoli di stato) e quelle emesse da società private.

Ovviamente i titoli di stato sono più sicuri e liquidi delle obbligazioni private, ma non è sempre così.

Infatti ci sono delle grosse società che hanno obbligazioni più sicure e liquide di quelle di alcuni stati.

Questo perché anche i titoli di stato non sono tutti uguali.

Quelli dei paesi sviluppati sono più sicure e facilmente tradabili rispetto a quelle dei paesi emergenti.

Per quanto riguarda le aziende private, tutto dipende da quanto la società vada bene o meno.

Se la società va bene, le obbligazioni saranno più sicure e facili da tradare.

Al contrario saranno meno sicure e meno facili da scambiare.

A tal proposito facciamo un piccolo accenno alle famose società di rating.

Queste sono società che studiano ed esaminano sia le singole società private che gli stati sovrani e assegnano a ognuno un punteggio di affidabilità.

Più il punteggio è alto e più Paesi e società sono affidabili.

Titoli di Stato (Paesi sviluppati)

Spread: Basso

Volatilità: Bassa

Liquidità: Alta

Orari di apertura: Dipende dal mercato

Size minimo: 0.01 lotti *

Titoli di Stato (Paesi emergenti)

Spread: Alto

Volatilità: Alta

Liquidità: Bassa

Orari di apertura: Dipende dal mercato

Size minimo: 0.01 lotti *

Obbligazioni di società private (società solide con rating alto)

Spread: Basso

Volatilità: Bassa

Liquidità: Alta

Orari di apertura: Dipende dal mercato

Size minimo: 0.01 lotti *

Obbligazioni di società private (Società a rischio con rating basso)

Spread: Alto

Volatilità: Alta

Liquidità: Bassa

Orari di apertura: Dipende dal mercato

Size minimo: 0.01 lotti *

Azioni e Indici

Sulle azioni non c’è molto da dire se non che l’unica differenza la fa la grandezza dell’azienda e la solidità del business.

Le aziende grandi e solide vengono definite Blue Chips e sono per esempio Apple, Google, IBM ecc…

Le aziende più piccole ma in crescita possono essere sicure e solide ma certamente meno liquide e meno facili da tradare.

Infine abbiamo le cosiddette “pennystocks”, cioè aziende talmente piccole o talmente di poco valore che il prezzo di una singola azione va da 1 centesimo a 5 euro/dollari.

Sugli indici invece vale il discorso fatto sui Paesi sviluppati e quelli emergenti.

Azioni Blue Chip (Società grandi e solide)

Spread: Basso

Volatilità: Bassa

Liquidità: Alta

Orari di apertura: Dipende dal mercato

Size minimo: 1 azione

Azioni di aziende medie

Spread: Basso

Volatilità: Bassa

Liquidità: Alta

Orari di apertura: Dipende dal mercato

Size minimo: 1 azione

Pennystocks

Spread: Basso

Volatilità: Bassa

Liquidità: Alta

Orari di apertura: Dipende dal mercato

Size minimo: 1 azione

Indici (Paesi sviluppati)

Spread: Basso

Volatilità: Medio/Bassa

Liquidità: Alta

Orari di apertura: Dipende dal mercato

Size minimo: 0.01 lotti

Indici (Paesi emergenti)

Spread: Alto

Volatilità: Alta

Liquidità: Bassa

Orari di apertura: Dipende dal mercato

Size minimo: 0.01 lotti

Materie prime

Le materie prime sono quotate tutte in dollari e hanno la caratteristiche di essere poco liquide e molto volatili.

Spread: Alto

Volatilità: Alta

Liquidità: Bassa

Orari di apertura: Dipende dal mercato

Size minimo: 0.01 lotti *

*Dipende dal broker e dal mercato

In conclusione…

In questo articolo abbiamo sviscerato l’argomento del mercato migliore ma c’è un avvertimento importante che devo farti.

Non ti deve neanche passare per l’anticamera del cervello il pensiero “non ho ancora trovato il mercato migliore” come scusa per le tue performance scadenti.

È vero che non tutti i mercati sono adatti a tutti e che bisogna trovare quelli a noi più congeniali, ma va anche detto che se non lavori in maniera professionale nessun mercato ti darà mai risultati positivi.

Quindi attenzione nel dare a questo argomento la giusta importanza. Possiamo avere il mercato migliore ma se non siamo in grado di lavorare come si deve i risultati non arriveranno mai.

Qual è secondo te il mercato migliore? E perché?

Qual è il tuo mercato preferito? Quello con cui ti trovi meglio a fare Trading?

Diccelo nei commenti!

Se, poi, vuoi trovare il mercato giusto per te e hai intenzione di fare sul serio col Trading:

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    Puoi leggere le recensioni di chi lo ha già letto qui.
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Grazie dell’attenzione, al prossimo articolo!

Giulio Valerio Moretta
Trader e Formatore per Sapienza Finanziaria

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